Tumori, alimentazione e ambiente. Intervista al Dott. Tomirotti

Abbiamo chiesto al Dottor Maurizio Tomirotti, direttore dell’oncologia del nostro Ospedale, di approfondire alcuni aspetti del tema

Dottor Tomirotti è ormai certa la relazione tra alimentazione e tumori?
Non ci sono dubbi. Fino al 40% dei tumori possono essere messi in relazione con abitudini alimentari scorrette. In particolare l’eccesso di grassi nella dieta, un consumo elevato di carne, un basso apporto di verdure favorisce l’insorgenza di alcuni tumori, in particolare a carico dell’apparato digerente (stomaco, pancreas, colon) e della mammella. Non solo. Oggi sappiamo che correggere le abitudini alimentari in modo da eliminare il sovrappeso corporeo può ridurre il rischio di recidiva di un tumore operato. Una corretta alimentazione deve prevedere pochi grassi – specie animali – poca carne, almeno due porzioni di verdura ogni giorno, cibi integrali. È anche necessario ridurre i cibi la cui conservazione è ottenuta in maniera diversa dal freddo (additivi, affumicagione, salatura).
Ogni giorno il nostro organismo ricambia 80 milioni di cellule, che vengono sostituite con elementi introdotti con la dieta: siamo quello che mangiamo!

E l’alcool che ruolo gioca?
È nota da tempo la micidiale associazione tra fumo di tabacco e alcool nel determinare l’insorgenza dei tumori del cavo orale, della laringe e dell’esofago. Più in generale, l’effetto immunosoppressivo dell’abuso di alcool è chiamato in causa tra i processi che favoriscono lo sviluppo dei tumori maligni.

Gli stili di vita rivestono un ruolo importante nella prevenzione delle malattie e nello specifico dei tumori. Quali sono i fattori di rischio maggiori?
Classicamente il fumo di tabacco fa la parte del leone. Le sigarette, oltre alla nicotina, contengono 4.000 sostanze chimiche di cui almeno 40 sono altamente tossiche e cancerogene. Il 90% dei tumori polmonari è dovuto al fumo. È ampiamente documentato che la cessazione dal fumo riconduce nel tempo a valori di rischio normali. È altrettanto ben documentato che nel mondo occidentale i maschi delle classi sociali più fortunate – i primi che hanno rinunciato al fumo – hanno visto calare la curva di mortalità per cancro al polmone. Parallelamente le donne – che più tardi hanno cominciato a fumare e che almeno per il momento continuano a farlo – vedono invece impennarsi la curva di mortalità che ha incrociato, superandola, la curva in discesa relativa al sesso maschile. È un sorpasso che non fa loro onore.
Tra gli stili di vita da ricordare le abitudini sessuali: partner occasionali e rapporti non protetti favoriscono la diffusione di virus oncogeni responsabili fino al 10% dei tumori.

E l’ambiente? Incide anche questo?
Sicuramente l’ambiente incide, anche se in generale meno di quanto sia stato enfatizzato. Si ritiene che l’inquinamento atmosferico sia responsabile del 2% dei tumori e che fattori geofisici generali (irradiazione da UV, radon, ecc) del 3%. Diverso – e maggiore – è il rischio nelle aree ad alta concentrazione di inquinamento industriale, dove ai fattori ambientali si sommano i rischi occupazionali che nel loro insieme sono responsabili del 7% dei tumori. In questi casi occorre però valutare con attenzione il rischio tipico dell’area (un esempio per tutti quello del mesotelioma da amianto a Casale e Monfalcone).

Corretta alimentazione e stili di vita sani possono molto per la prevenzione del tumore primario. Ma che nella prevenzione delle recidive?
A questo proposito classico è l’esempio del tumore della mammella. Una donna in sovrappeso operata di tumore al seno che riporti il proprio peso corporeo entro il range di normalità vede ridursi il proprio rischio di ricaduta locale, e di metastasi a distanza, di una quota percentuale rilevante (almeno 5%) e aggiuntiva a quanto si ottiene con la terapia di deprivazione ormonale. Infine voglio ricordare che la riduzione del peso si ottiene attraverso una alimentazione corretta che possa essere sostenuta nel tempo (le diete devastanti hanno poco significato perché sostenibili solo per brevi periodi) associata alla attività fisica (10.000 passi al giorno!).

Intervista di Eloisa Consales

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