Il Progetto

L’arte per la salute

Casi clinici in scena

La conoscenza di gran parte della popolazione circa la salute, il Servizio Sanitario, la scienza o, più in generale, gli stili di vita più idonei a garantire benessere psico-fisico, è spesso limitata e talora distorta. Questa carenza comporta danni gravi al singolo cittadino e alla collettività. Si pensa inoltre, erroneamente, che la medicina sia onnipotente, che i farmaci possano risolvere tutti i problemi, anche quelli legati a stili di vita scorretti (l’eccesso alimentare, il fumo, etc.).

Il Servizio Sanitario Nazionale “cura” le malattie una volta che si sono instaurate, ma non è questa l’unica strada per tutelare la propria salute. Ognuno di noi è custode della propria salute e ognuno di noi ha l’interesse primario a prevenire l’insorgenza di malattie con adeguati stili di vita.

Il contrasto al fumo e ad altri inquinanti ambientali, l’educazione alimentare, l’impegno al movimento fisico, il rifuggire dall’utilizzo di sostanze che provocano dipendenza, la prevenzione degli incidenti stradali, domestici, del lavoro, unitamente agli screening suggeriti e alle pratiche di vaccinazione, rappresentano il pilastro portante e insostituibile di una buona salute collettiva.

Primario ruolo devono avere in questa attività gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), i Policlinici Universitari e gli Ospedali ad alta intensità di cura”. Gli Ospedali e i medici oggi più che mai devono imparare a rapportarsi con i malati. Troppo spesso una buona sanità viene vanificata da un cattivo modo di comunicare delle Istituzioni e dei medici con i cittadini sani o malati che siano. Il malato necessita di attenzione e ascolto prima che cure, esami o ricoveri, deve essere considerato una persona che condivide i processi di diagnosi e cura, una persona la cui dignità e integrità devono essere rispettate in ogni ambito sanitario.

L’ospedale promotore di cultura.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel corso della prima conferenza mondiale di promozione della salute (Ottawa 1986), ribadendo l’essenza multifattoriale della salute, evidenzia la responsabilità dei professionisti e delle istituzioni che erogano servizi nel settore della salute nel contribuire alla determinazione della cultura della salute e al mantenimento della stessa.

Una corretta comunicazione pubblica in ambito sanitario permette di rafforzare l’empowerment individuale, cioè il coinvolgimento, l’apprendimento e il comportamento del soggetto rispetto ai propri stili di vita nei processi di appropriazione della salute. L’istituzione Ospedale, deve rivestire nei confronti dei cittadini un ruolo non solo di cura della malattia, ma anche di “cura della persona”, dove per cura intendiamo accoglienza, comunicazione, promozione della salute e prevenzione della malattia. Il sapere condiviso e non delegato ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori, oltre a favorire la cultura della salute in ambito collettivo e individuale, permette alla società di sviluppare in modo condiviso il proprio potenziale di salute.

Una via per comunicare la salute: “Comunicare la salute: l’arte a servizio della cultura della salute”

Oggi la comunicazione in ambito sanitario si avvale di strumenti sempre più diversificati ed efficaci, mutuati dal mondo del marketing classico o del marketing sociale. I progressi compiuti nel settore dei mezzi di comunicazione, in particolare quello della multimedialità e delle nuove tecnologie hanno agevolato l’accesso dei cittadini all’informazione sanitaria. D’altro canto proprio questa democratizzazione della notizia può essere causa di scorretta informazione e di difficoltà nell’identificazione di fonti autorevoli e scientificamente accreditate. Se le scelte compiute nell’ambito della comunicazione possono influenzare notevolmente le condizioni di salute e le possibilità di cura della popolazione, sentiamo la necessità di identificare quei referenti della salute che saranno anche portavoce di una comunicazione chiara e scientificamente corretta. L’OMS con il progetto HPH (health promoting hospitals) riconosce all’Ospedale ad alta intensità di cura, come sono gli IRCCS, il ruolo strategico di associare una cultura di tipo nuovo alla tradizionale cultura curativa propria dell’Ospedale. Ciò si traduce nel favorire tutti quegli interventi organizzativi, comunicativi, educativi, che offrono al cittadino i mezzi per aumentare il proprio livello di consapevolezza e di salute.

Le argomentazioni scientifiche sono fattori importanti ma non sufficienti a incidere sugli stili di vita dei cittadini, e una ricca letteratura dimostra che il trasferimento di modelli culturali positivi è più efficace se questi vengono comunicati con messaggi capaci di suscitare attenzione, emozione e coinvolgimento.

L’esigenza di coinvolgere emotivamente il soggetto nella promozione della cultura della salute è particolarmente sentita nell’ambito della prevenzione dei fattori di rischio di patologie croniche e nel trattamento delle stesse.

Per ottenere questo risultato, il Policlinico di Milano, dal 2007 realizza (con varie evoluzioni di progetto), “L’arte per la salute. Casi clinici in scena” che, attraverso la messa in forma di incontri tematici con i cittadini, utilizza l’esperienza e la storia clinica dei pazienti, rappresentata dal teatro, come strumento per veicolare la cultura della salute e della prevenzione.

Attraverso il processo di identificazione messo in atto dalle storie raccontate con il teatro, il pubblico ha mostrato di assimilare il messaggio in modo più profondo. Da questa esperienza nasce l’idea, di utilizzare il linguaggio dell’arte con maggior varietà (teatro, musica, poesia, cinema, letteratura…) per avvicinare il cittadino a tematiche proprie del mondo scientifico e produrre cultura della salute. La storia clinica reale verrà elaborata da un gruppo di studenti in scrittura e arti creative in una “un’esperienza d’arte” che si ispira e racconta il tema dell’incontro. La scelta, di volta in volta, di diverse forme artistiche, affiancate al teatro, comporterà esperienze diverse: il ballo, l’arte visiva, la musica, ma anche la dialettica, la poesia e il gioco interattivo. Per l’approfondimento dei contenuti è presente agli incontri un panel di esperti, condotti da un giornalista che modera gli interventi del pubblico e degli specialisti. Il progetto è inoltre momento formativo (ecm) anche per operatori della salute.

Se da un lato l’incontro con i cittadini costituisce il momento vero e proprio della rappresentazione e dell’atto comunicativo, dall’altro  l’approfondimento, il confronto e la comunicazione proseguono in questo blog, un luogo virtuale dove il cittadino può approfondire il tema, confrontarsi, condividere esperienze, ricevere informazioni più scientifiche e personalizzate, e partecipare attivamente al processo di costruzione della cultura della salute.

Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cariplo e patrocinato dal Comune di Milano

I contenuti di comunicazione: messaggi trasversali agli incontri.

  1. Area alimentazione

Il 2015 è l’anno di Expo. Pensiamo che sia un’occasione per sottolineare l’importanza e lo stretto legame del binomio “alimentazione e buona salute”. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la nutrizione adeguata e la salute diritti umani fondamentali. L’alimentazione è uno dei fattori che maggiormente incidono sullo sviluppo, sul rendimento e sulla produttività delle persone, sulla qualità della vita e sulle condizioni psico-fisiche con cui si affronta l’invecchiamento. Inoltre un regime alimentare corretto è un validissimo strumento di prevenzione per molte malattie e di cura per molte altre.

  1. Area promozione della salute

Il concetto di “salute” è stato definito per la prima volta nel 1948 dall’OMS come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Per conseguirlo l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente o adattarvisi. Nella Carta di OTTAWA del 1986, l’OMS associa con forza alla salute un nuovo ambito: quello culturale – sociale. Il documento pone l’accento sul legame inestricabile tra l’uomo e l’ambiente nel quale vive (famiglia, comunità, ambiente fisico e socio-culturale).

Su queste premesse la Carta di OTTAWA definisce il concetto di “promozione della salute” come il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di acquisire strumenti culturali per migliorarla. La salute vista, dunque, come risorsa di vita quotidiana, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Di conseguenza, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario e necessita di azioni sinergiche e intersettoriali con altri ambiti sociali e culturali.

  1. Area della cultura nella gestione delle patologie croniche in particolare negli anziani

Nella nostra società, l’aspettativa di vita si allunga sempre di più, anche per questo motivo,  oggi vi è una prevalenza di patologie croniche. Questo stato di cose necessita di una riorganizzazione non solo dei servizi sanitari ma dovrebbe anche guidare decisioni che coinvolgono comportamenti singoli e decisioni pubbliche, valori umani e competenze professionali.

Si tratta di un ambito in cui l’attenzione alla dimensione etica e culturale si esprime come attenzione alla qualità umana delle relazioni attraverso cui si attuano l’attività sanitaria e sociale, dalle relazioni più semplici allo strutturarsi di relazioni complesse come quelle organizzate nei servizi sanitari (dal rapporto medico/paziente al rapporto del cittadino con l’apparato dell’assistenza sanitaria). Importante in quest’ambito è la qualità della vita e la qualità della salute residua, che si può agevolare con interventi culturali ed educativi che promuovono le risorse personali dell’individuo. Molto spesso le patologie croniche possono essere prevenute se si possiedono quegli strumenti culturali e psicologici utili al perseguimento degli stili di vita corretti.

In quest’ottica l’attività dei servizi sanitari e sociali nel campo della promozione della salute dovrebbe essere sempre più incisiva: prevenire le patologie e curare la persona sono azioni che passano anche attraverso la promozione di della conoscenza circa gli effetti dannosi (su di sé e sugli altri) di scorretti stili di vita, ad esempio connessi al fumo, all’abuso di alcol e di altre sostanze, ad abitudini alimentari inadeguate, alla sedentarietà, all’uso scorretto dei farmaci, all’isolamento sociale e culturale.

A chi parliamo?

Gli incontri sono rivolti ai cittadini con un’attenzione particolare ad pubblico over 60, in quanto maggior destinatario di informazioni che possano soddisfare una richiesta di salute, di cultura della salute e di gestione della salute residua (essendo i maggiori portatori di patologie spesso legate allo stile di vita: patologie cardiovascolari, tumori, diabete, sindrome metabolica). Infatti se è vero che nei paesi industrializzati l’aspettativa di vita si è molto allungata i (79 anni per gli uomini e di 84 anni per le donne), è vero anche questa fascia di popolazione pone urgenze legate alla presa in carico della propria salute, alla corretta conoscenza dei determinanti della salute, alla conduzione di stili di vita corretti sia da un punto di vista fisico che psicologico. Il processo di invecchiamento della popolazione produce sicuramente un incremento delle condizioni morbose croniche. L’anziano che vive bene oggi non è solo colui che si trova in assenza di malattia, ma colui che gestisce bene la sua salute residua, che è modulatore dei propri stili di vita e protagonista del proprio benessere, è un soggetto in grado di interagire responsabilmente con il proprio ambiente e con il sistema delle prestazioni sanitarie.

Un discorso specifico è correlato all’anziano nelle grandi città, come Milano. I grandi poli urbani, a differenza dei piccoli centri, dove le relazioni umane sono più strette e dove la qualità della vita è migliore, possono contribuire alla solitudine, allo spaesamento di questa fascia della popolazione, che non riesce più a trovare una collocazione adeguata nella società. Oltre a fattori biologici, l’aumento della sedentarietà, le barriere architettoniche, la solitudine, sono pericoli effettivi per una popolazione anziana.

L’obiettivo di questi incontri è dunque quello di offrire uno strumento utile in prima istanza agli anziani, uno strumento che ne soddisfi le esigenze informative non solo da un punto di vista tecnico, ma soprattutto culturale e relazionale, che ascolti le aspettative psico-sociologiche e che favorisca l’apprendimento di comportamenti di promozione della salute, prevenzione delle malattie, gestione della salute residua, contribuendo anche ad un uso appropriato dei servizi sanitari.

di Eloisa Consales

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